Real Estate e lock down, il mattone e il Corona virusÂ
Inserito il 24/04/2020
Le agenzie immobiliari sono pronte a ripartire, in totale sicurezza

In un momento delicato, incerto e rivoluzionario come questo, ci siamo interrogati sul mercato immobiliare. Confidando che questa fase di stand - by possa essere un momento di riorganizzazione, approfondimento e rivalutazione dei modi e tempi del Real Estate. Abbiamo rivolto qualche domanda al nostro broker Luca Bonifaci
Che succederà al mercato immobiliare?
Sicuramente come tutta l’economia nazionale ed internazionale, anche il real estate accuserà il colpo sotto diversi aspetti. L’Osservatorio sul mercato Immobiliare di Nomisma, presentato nel mese di Marzo, già segnala come ci aspetta una diminuzione delle compravendite e, nei prossimi due anni, una discesa dei prezzi tra il 3% ed il 10%. Allo stesso tempo tuttavia, il mercato immobiliare si riprenderà e saprà rinnovarsi ed adeguarsi alle nuove necessità. Guardando ai lati positivi, sicuramente la permanenza obbligatoria nelle nostre abitazioni ci avrà fatto venire voglia di avere un’abitazione grande, confortevole e con degli spazi esterni. Ci farà perciò cambiare la prospettiva con cui scegliamo di vivere in un determinato posto, in una determinata abitazione.
Che cosa può fare una azienda legata al Real Estate in questo periodo di lock down?
In che cosa consiste lo “Smart working”?
Per chi come noi opera in un mercato prettamente turistico, operare a distanza con i clienti è la norma. Di conseguenza tante attività sono già svolte tramite telefono/internet e perciò con uno smartphone ed un computer possono essere svolte anche da casa. Le comunicazioni con i clienti acquirenti e venditori, il marketing e tanti altri aspetti non si fermano. Inoltre, in un momento come questo, cerchiamo di accrescere le nostre competenze con corsi online e webinar su diversi aspetti del nostro lavoro. Ovviamente siamo onesti nel dire che nel 90% dei casi non è possibile concludere una compravendita senza possibilità di visionare gli immobili. Anche se a volte capita che un acquirente decida di comprare senza visionare di persona l’immobile. Pensiamo ad un acquirente che già conosce la casa o il condominio, per case da ristrutturare o per particolari esigenze urgenti (la nascita di un figlio, un matrimonio, un trasferimento).
A quali attività si sta dedicando la REBhomes per garantire un servizio alla sua clientela
e farsi ritrovare affidabile, sicura e competitiva alla ripartenza?
Innanzitutto per i nostri clienti venditori abbiamo mantenuto le nostre politiche di marketing nazionale ed internazionale. Abbiamo poi adeguato i nostri servizi ad un’operatività a distanza tramite servizi di firma elettronica per incarichi e proposte, virtual tour e visite a distanza. Nonostante il lockdown, abbiamo mantenuto l’operatività ed abbiamo continuato a pubblicizzare gli immobili e ad interagire con i clienti acquirenti e venditori.
In questi giorni si è registrato un calo del lavoro?
Bè oggettivamente rispetto allo scorso anno, l’impossibilità di spostarsi da casa impatta sulla possibilità di visionare gli immobili e completare le compravendite. Allo stesso tempo, stando più a casa le persone sognano una nuova casa, sognano di raggiungere i propri obiettivi e non mancano le email e le telefonate di famiglie che cercano la loro casa dei sogni, la casa di tutti i giorni così come la casa delle vacanze. Nelle ultime settimane notiamo un rinnovato interesse per la Sardegna e la speranza di poter venire presto nella nostra splendida isola per le vacanze.
Che cosa accadrà ai singoli settori del real estate?
E nelle aree più strettamente legate al Turismo?
Quali impressioni sulla ripresa? Cauto ottimismo?
Ovviamente ancora non sono chiari gli impatti sull’economia nazionale ed internazionale, anche se non saranno buoni sicuramente. L’Osservatorio Immobiliare di Nomisma, il principale ufficio studi del settore immobiliare, prevede nel corso dell’anno un consistente calo delle compravendite (circa il 30%) e nel corso dei prossimi due anni un calo dei prezzi di circa il 10%. Ciò sarà particolarmente vero nel mercato turistico, dove l’acquisto non è mai una necessità ma la realizzazione di un desiderio, di un modo di vivere, di uno status symbol.
Dall’altro lato, questa crisi e questa esperienza porteranno a vedere la casa ed il mercato immobiliare in modo diverso. Mi riferisco all’esperienza della quarantena, che ci ha fatto valutare approfonditamente i lati positivi e negativi delle nostre abitazioni: dopo 40 giorni in casa, i single, le coppie e le famiglie avranno aspettative diverse rispetto alle abitazioni in cui vivono. Vorranno case più spaziose, con spazi esterni (terrazzi o giardini) in quartieri non troppo affollati.
Anche gli stranieri, passata la crisi avranno voglia di riassaporare il Belpaese, la nostra cultura, il nostro mare, le nostre campagne e le nostre città d’arte. Più di prima. Anzi, già ora i nostri clienti ci chiamano per sapere quando potranno venire, perché non vedono l’ora di tornare per godersi la loro casa o per acquistarne una.
A ciò si aggiunge l’andamento dei mercati finanziari con tanti investitori che in questi giorni hanno visto scendere vertiginosamente il loro patrimonio. Molti rivaluteranno il mercato immobiliare, anche pensando al fisco e ad eventuali tasse sui patrimoni, più facili da escutere nei conti correnti piuttosto che dagli immobili.
Insomma, nel breve termine chi vorrà vendere dovrà fare i conti con una pressione sui prezzi ed una domanda più bassa. Nel lungo periodo l’analisi è più complicata. Ma siamo confidenti che, come sempre, il mercato immobiliare si risolleverà.
La Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare (Anama-Fimaa-Fiaip), ha chiesto al Governo di collaborare per la definizione protocollo di misure precauzionali e di sicurezza nello svolgimento dell’attivita’ di agenzia immobiliare, affinche’ quest’ultima possa rientrare tra il più rapidamente possibile. Come si può pensare di organizzare una ripartenza? Forse davvero l’Immobiliare è una attività professionale che può e deve riprendere.
Concordo sulla necessità di ripartire. Pensiamo a quelle famiglie che stavano già cercando casa, che devono trovare un alloggio in affitto o che hanno già preso impegni per lasciare la casa in cui sono e devono trovare una soluzione alternativa. E poi l’attività immobiliare è sicuramente tra quelle a basso rischio. È facile evitare il contatto con i clienti ed evitare assembramenti, sia in ufficio sia nella visita degli alloggi.
Il mondo immobiliare è più forte di una pandemia?
La casa e gli immobili sono sempre al centro dell’economia, perciò sicuramente supererà questa crisi. Negli ultimi anni il mondo immobiliare si è già evoluto. Le nuove costruzioni sono sempre meno, perciò il futuro è nella riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente (ristrutturazioni ed home staging) e nella qualità, intesa come location. Per gli investitori, continueranno ad esserci opportunità sugli immobili di grandi dimensioni da frazionare, mentre per chi acquista per un utilizzo personale sicuramente torneranno di moda case più grandi con spazi esterni anche se meno centrali.
Perché, ora più che mai, i clienti dovrebbero affidarsi a un professionista del mercato immobiliare?
Sia per chi vuole vendere sia per chi vuole comprare, nei momenti di crisi è ancora più difficile orientarsi ed ottenere dei risultati. Un professionista ha già vissuto questi periodi ed è più oggettivo. Acquirenti e venditori sono più emotivi e spesso questo porta a compromettere la conclusione della vendita. Inoltre, in questi periodi, i migliori professionisti continuano ad investire nel marketing e nelle pubblicità, per incrementare le possibilità di vendita. Insomma, siamo pronti alla ripartenza, carichi ed ancora più preparati.
